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Joao, il “miracolo” del fotografo cieco

Un fotografo. Che non vede, che vede poco, quasi niente. Cieco. Ci sono parole che fai fatica a mettere insieme e cieco e fotografo è certamente un'accoppiata che ti spiazza. Ma le Paralimpiadi sono anche questo, andare oltre pregiudizi, tabù, muri, provarne a buttare giù qualcuno. Ci aiuta a farlo Joao Maia Da Silva, faccione simpatico, accredito olimpico portato al collo con orgoglio, grande sorriso. Lui faceva il postino a San Paolo, ma a 28 anni perse la vista. Ora che ne ha 13 di più porta alle Paralimpiadi la sua grande passione: la fotografia. La malattia che ha attaccato la sua vista si chiama uveite, ma Joao non s'è dato per vinto: "Non ho bisogno di vedere per scattare fotografie, i miei occhi sono il mio cuore", dice. E per dare l'idea di che cosa inquadra quando usa la macchina fotografica, spiega: "La mia vita è un grande dipinto ad acquerello".

Basta dare un'occhiata al suo sito internet e al suo profilo facebook per capire che Joao ha una sensibilità speciale. Ti chiedi davvero come faccia a realizzare tutto questo senza vederci o vedendoci pochissimo. All'inizio le persone che guardavano le sue fotografie erano convinte che mentisse sulla perdita della vista. Lui stesso capisce che il suo talento è aiutato da tante componenti: "Quando sono abbastanza vicino sento i battiti cardiaci dei corridori, i loro passi, così sono pronto a scattare". Fantastico. Ma mica è stato facile. Immaginate che cosa significa perdere la vista a 28 anni, quando fai una vita piena di tante cose: "Entrai in depressione, andai da uno psicologo, ma soprattutto conobbi altre persone che avevano il mio stesso problema. E fu quella la svolta: perché mi mostrarono una vita ugualmente ricca e allora ricominciai a scrivere, a stare solo in casa, a conquistare la mia autonomia, l'amore, il lavoro, in una forma differente".

Joao non ha vinto medaglie d'oro, ma la sua storia paralimpica è arrivata ovunque. Lui si dice sorpreso, ma forse fa solo finta di esserlo. E ha già un progetto: imparare il giapponese per scattare le sue immagini anche a Tokyo, nel 2020.

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